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Quattro parole chiave per l’ACI del futuro

Quattro parole chiave per l’ACI del futuro

Ho voluto, prima di concludere il mandato di presidente diocesano, raccogliendo il contributo della presidenza diocesana, dire a me stesso e poi a ciascuno di voi, le parole chiave che possono accompagnare l’ACI del futuro. All’inizio della storia dell’Azione cattolica ci sono state consegnate alcune parole importanti che ancor oggi rappresentano una modalità semplice per spiegare che cos’è la nostra associazione. L’impegno post conciliare induce oggi a tentare di riscrivere le parole che ci sono state consegnate decenni orsono pensando all’ACI del prossimo anniversario ovvero dei 150 anni dalla fondazione. Sono parole composte perché vogliono indicare un contesto più variegato e se vogliamo un po’ più complesso del passato e nello stesso tempo vogliono esprimere una prospettiva nuova di impegno e di servizio come laici di Azione cattolica. Eccole.

Contemplazione. È un modo nuovo per dire che la vita del laico di ACI si fonda su una intensa vita spirituale. La vocazione e la chiamata ad essere laici di ACI nasce a partire dalla necessità e dall’impegno di coltivare una forte dimensione spirituale. Il progetto formativo rinnovato ha indicato questa particolare scelta associativa attraverso la cura dell’interiorità fatta di silenzio, pensosità, ascolto, preghiera, discernimento. La contemplazione del mistero del dialogo tra il Signore e ogni uomo é la ragione fondamentale per vivere l’esperienza di fede di un laico nel ricercare nel quotidiano gli strumenti per la crescita personale, per la formazione della propria coscienza.

Comunione. L’ACI per propria costituzione ed indole offre un servizio costante alla propria comunità cristiana, cercando di costruire nel quotidiano un ponte che colleghi la vita comunitaria e di fede alla vita concreta negli ambienti e nei contesti dove ciascun fedele laico é chiamato a testimoniare la propria fede. La prima esigenza che l’ACI intende servire è quella della comunione ecclesiale, perché da essa può scaturire quello Spirito che rende visibile la presenza del Signore. La comunione ecclesiale va vissuta nelle piccole e grandi cose che riguardano la vita di una parrocchia, di una unità pastorale, della diocesi e si esprime valorizzando ciò che é essenziale e quello che unisce di più tra i tanti doni e risorse presenti nelle nostre comunità. Il laico di ACI si sente dedicato a costruire comunione con tutte le realtà, gruppi e aggregazioni presenti nella parrocchia o nell’unità pastorale.

Corresponsabilità. La virtù della corresponsabilità non riguarda solo il tessuto ecclesiale ma riguarda in genere qualsiasi ambito di convivenza civile e sociale. Il laico di ACI si sente continuamente chiamato a servire ogni luogo di vita comunitaria assumendosi concretamente e visibilmente le proprie responsabilità, condividendole con tutte le persone di buona volontà. Questo significa concretamente non tirarsi mai indietro anche rispetto a sacrifici e difficoltà.

Cittadinanza. Il laico di Azione cattolica sa di essere cittadino delle due città: quella spirituale e quella temporale. La cittadinanza richiede la convinzione costante che il bene comune del nostro Paese, dell’Europa e del Mondo vada costruito servendo prima di tutto le nostre istituzioni a partire dalle scelte quotidiane di condivisione con altre persone della comune responsabilità di essere cittadini a pieno titolo. I diritti si esprimono attraverso l’esercizio dei doveri verso il bene di tutti e di ciascuno. Per questo il laico di ACI ama il proprio Paese attraverso il rispetto e la promozione dei valori alti indicati dalla Costituzione della Repubblica italiana.

Queste parole, frutto di un discernimento comune, saranno riportante sul nuovo stendardo dell’Azione cattolica che ci accompagnerà nei prossimi anni.

Lucio Turra

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