L’Azione Cattolica Vicentina, con i suoi oltre 150 anni di storia che si inseriscono pienamente nella storia dell’Azione Cattolica italiana, è una della associazioni diocesane più vive e significative di tutta la Chiesa Italiana.
Per questo è fondamentale non solo possedere, ma conoscere quella storia straordinaria raccontata nei 3 volumi che la presidenza diocesana ha promosso per i suoi 140 anni. La tripartizione, fra l’altro, ha il merito di individuare e suddividere le tre grandi tappe che segnano il suo sviluppo: il primo cinquantennio, raccontato nel volume Dalla protesta alla proposta; gli anni del fascismo, nel volume Bianco fiore e camicia nera; dalla Resistenza al nostro tempo, con il dopo Concilio, nel volume Il coraggio di una scelta. I tre volumi sono stati pubblicati dalle edizioni “Messaggero”.
1869-1922, Dalla protesta alla proposta
1869-1922, Dalla protesta alla proposta
L’Azione Cattolica arriva a Vicenza pochi mesi dopo l’approvazione di Pio IX (2 maggio 1868), che raccomandò di fondarla a Padre Mantovani dei Servi di Maria. Il primo circolo “S.Giuseppe” nacque proprio a Monte Berico il 1 gennaio 1869 e fu uno dei primi in Italia aggregati alla Società della Gioventù Cattolica fondata da Mario Fani e Giovanni Acquaderni.
I tempi erano tempestosi su tutti i fronti, ma soprattutto nei rapporti con la Chiesa. Nel Veneto, annesso al Regno d’Italia da appena due anni, si stavano attuando le leggi di soppressione di molti conventi e di incameramento dei beni ecclesiastici; la presa di Roma è del 1870, data che per i cattolici segnò, più che Roma capitale, l’inizio della “prigionia del Papa in Vaticano”; sul piano economico, sanitario e sociale la situazione, specie nelle campagne, è drammatica.
La storia dei primi cinquant’anni, certamente fino ai primi del novecento è spesso fortemente intrecciata con quella dell’Opera dei Congressi e in generale del movimento cattolico vicentino e non mancano incomprensioni e tensioni con le frange più intransigenti, di cui sono testimonianza le polemiche sulla stampa cattolica locale (La Riscossa e Il Berico contro il Vessillo Bianco…).
I circoli si svilupparono abbastanza rapidamente dalla città verso i centri più significativi della diocesi (Bassano, Lonigo, Noventa, Schio, Valdagno). Sono gruppi di giovani, sempre sostenuti da straordinarie figure sacerdotali, che si ritrovano con una chiara finalità religiosa, formativa e apostolica (Preghiera, Azione, Sacrificio è il motto di allora) e poi sono sempre in prima linea nel promuovere e sostenere le innumerevoli opere sociali che sorgono nel vicentino in quei decenni.
Quando, nel 1911, giunse a Vicenza il vescovo Mons. Rodolfi trovò un’Azione Cattolica già molto viva, ma fu il suo impulso formidabile a promuoverne quel decollo straordinario che la renderà tanto attiva da essere percepita sempre come il maggior pericolo e ostacolo per il Fascismo.
1922-1943, Bianco fiore e camicia nera
1922-1943, Bianco fiore e camicia nera
C’è un momento significativo, solenne ed emblematico di questa “forza” ed è l’incontro sul Monte Sumano nell’agosto del ’22, dopo la Grande Guerra, quando Rodolfi chiamò tutti i giovani a “riportare sul Sumano la croce e a giurarle lassù perenne fedeltà. Guardandola da tutte le parti della diocesi ve ne ricorderete per tutta la vita”. Le cronache raccontano che la presenza di giovani era tra i 12 e i 15mila!
Nel frattempo, negli anni ’19-’20 e seguenti, erano sorti anche gli altri “rami” dell’Azione Cattolica (Unione Donne, Gioventù Femminile, Unione Uomini, Fanciulli Cattolici, FUCI) che si erano rapidamente diffusi in diocesi, in modo articolato e nella quasi totalità delle parrocchie.
Tutto ciò ovviamente allarmava il regime fascista che non poteva tollerare concorrenti capaci di organizzare, incidere ed orientare la coscienza religiosa e civile. I contrasti, molti a Vicenza, si acuirono ed esplosero con l’assalto dei fascisti alla sede diocesana in Contrà S. Marco (1931). La protesta di Rodolfi e la sua forte lettera di denuncia divennero di dominio pubblico e resero questo grande vescovo uno dei simboli della resistenza della Chiesa al Fascismo.
Il compromesso raggiunto sull’Azione Cattolica, dopo i fatti del ’31, tra Governo e Santa Sede certamente tolse all’associazione la sua dimensione democratica e sociale, ma garantì lo spazio per una formazione spirituale, religiosa e culturale che poi diede i suoi frutti alla caduta del fascismo. Proprio durante gli anni del fascismo maturò la straordinaria vitalità dell’Azione Cattolica di cui è emblema la frase di Rodolfi nel 1936, per i 25 anni del suo episcopato: “per avere buoni sacerdoti ho curato il seminario, per avere buoni laici ho curato l’Azione Cattolica che è il Seminario dei buoni fedeli”.
Una sottolineatura particolare merita il fervore organizzativo della Gioventù Femminile che divenne strategico quando, durante e dopo la guerra, l’Azione Cattolica intensificò le attività caritative con i sinistrati, i deportati e i reduci dei campi di concentramenti.
Molti giovani invece aderirono alla Resistenza, spesso sollecitati e coinvolti dai loro stessi dirigenti. Proprio il terzo volume inizia tracciando la biografia di alcuni giovani straordinari “ribelli per amore” che vale davvero la pena conoscere , non tanto per orgoglio di parte , ma come stimolo ad un coraggio oggi più che mai necessario.
Sappiamo che finita la guerra il contributo dell’Azione Cattolica fu determinante per la rinascita e il consolidamento democratico di tutto il paese. Lo fece dando vita ad un forte associazionismo sociale (le ACLI, il CIF, il CSI, i Coldiretti, …), ma anche attraverso il contributo diretto di associati uomini e donne al servizio sociopolitico. Questo, anche in qualche zona vicentina, provocò frizioni e confusione tra la sfera ecclesiale e quella politica , soprattutto quando l’AC si trasformava in Comitati Civici e prevaleva l’ingerenza di qualche parroco…
1943-2009, Il coraggio di una scelta
1943-2009, Il coraggio di una scelta
Ma gli anni ’50 e ’60 videro l’Azione Cattolica Vicentina soprattutto proseguire intensamente la sua missione spirituale, educativa e religiosa. Sorgono, in questo periodo, le “gloriose” case per ferie a cui la Gioventù Femminile e l’Unione Donne danno vita a Tonezza (Casa Taigi, il Fanciullo Gesù, Casa Sacro Cuore). Sono opere che rispondono all’esigenza di garantire in modo continuativo un forte intento formativo e apostolico, oltre che sociale, ma non va anche dimenticato il contributo determinate che la GIAC diede alla nascita di Villa San Carlo. Il traguardo dei 100.000 iscritti alla fine degli anni ’50, più che in senso trionfalistico, va visto come segno di una reale capacità di penetrazione dell’Azione Cattolica nella vita di tutta la comunità diocesana.
È però il Concilio il vero punto di svolta e di rinnovamento dell’Azione Cattolica Italiana e Vicentina. Il motto di Bachelet “rinnovare l’Azione Cattolica per attuare il Concilio” fu perseguito con determinazione e coraggio, ma con altrettanta pazienza e prudenza a Vicenza. Era naturale infatti che una realtà così estesa di giovani e adulti tendesse a camminare con velocità diverse…
L’impegno a questo cammino, condiviso e progressivamente più unitario, che perseguiva la novità travolgente del Concilio ma non cancellava le tante cose buone del passato e non demolì il buon impianto organizzativo, come purtroppo avvenne in altre diocesi, e preparò l’associazione al nuovo Statuto al suo rinnovamento profondo, anche in senso strutturale e organizzativo dal 1970 in poi.
Le difficoltà, ma anche le speranze e l’impegno affascinante di quegli anni è raccontato e testimoniato nelle interviste a molti dirigenti diocesani (laici e assistenti) che accompagnarono l’associazione fino alle soglie del terzo millennio. Negli anni del postconcilio, soprattutto tra i giovani, un ruolo decisivo hanno avuto i campi scuola diocesani e i richiami con le giornate di studio e le scuole di formazione durante l’anno. Nel cercare i relatori l’associazone fece l’investimento migliore chiamando “ maestri anche testimoni “ ( EN) a partire da Lazzati a Rabitti, Maggioni, Piana, Scabini, Giuntella, Bachelet, Monticone…
Sono questi anche i tempi del grande ridimensionamento numerico, ma, soprattutto della “scelta religiosa” cioè di quella scelta dell’ecclesiologia conciliare, come stile di vita e come bussola di orientamento, che rendono l’Azione Cattolica in Italia e a Vicenza , oggi, non solo una gloriosa e indispensabile memoria del passato, ma una realtà umile e più che mai giovane e vitale.
Capace di accogliere, seguire e servire, come 50 anni fa e senza incertezze, il Concilio, che oggi vede, finalmente, la sua piena attuazione, promossa e testimoniata da papa Francesco.
Sintesi a cura di Ferdinando Cerchiaro