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Giovani oggi, ma come?

Giovani oggi, ma come?

PROPOSTA FORMATIVA Bilancio delle sei serate che si sono svolte a gennaio sul territorio diocesano, aspettando l’appuntamento al Summano.

Si sono svolte a Costozza, Bassano, Arzignano, San Bonifacio, Camisano e Torrebelvicino.

 

Che cosa vuol dire essere giovani, oggi?

Una risposta potrebbe essere questa: stare nel mondo, immersi nella complessità di ciò che accade, con coraggio e sogno. Un’immagine potrebbe essere questa: le mani delle tre famose scimmie, “non vedo, non sento, non parlo”, che si aprono per avere occhi che vedono, orecchie che ascoltano e bocche che raccontano e fanno domande.

Comincia più o meno così, con questi pensieri, lo scorso autunno, la stretta collaborazione tra il Settore Giovani e l’articolazione ACR per una proposta formativa diffusa sul territorio e rivolta a tutti i giovani e le giovani della diocesi. Ne nascono sei GiF (Giovani in Formazione): sei serate distribuite sul mese di gennaio e sulla mappa diocesana grazie all’aiuto prezioso dei responsabili acr e dei vice-giovani vicariali, che si mobilitano per individuare i luoghi e per invitare creativamente i giovani dei loro vicariati. Precisamente a Costozza, a Bassano, ad Arzignano, a San Bonifacio, a Camisano e a Torrebelvicino, per dare a tutti la possibilità di partecipare; aggiunta in corsa, su richiesta per motivi legati all’isolamento, una settima serata online. Protagonisti, dicevamo, i giovani in quanto tali: al di là del loro essere educatori acr o animatori dei giovanissimi, aderenti e non, vicini all’AC o semplicemente incuriositi.

Il tema delle GiF non è un tema, ma un processo fatto di tre ingredienti: il silenzio, l’ascolto e il prendere parola. Da coltivare ogni giorno, nelle situazioni che ci capitano, nelle questioni in cui ci viene chiesto: ma tu, da giovane, in che cosa credi e come ti poni di fronte a questo e a quello?

All’origine, il tentativo di sintonizzarci con il cammino sinodale delle Chiese in Italia e della nostra Chiesa diocesana, al cui centro troviamo l’ascolto di tutti e di tutte, affinché ci siano comunione, partecipazione e missione. Insieme, l’orizzonte unitario del Summano, simbolo del prendere parola per la pace, contro ogni guerra e sopruso. Nel mezzo, un discernimento condiviso tra le due équipe, ACR e Giovani, per un nuovo modo di fare formazione: il desiderio, cioè, di andare oltre un tema da sviscerare, scegliendo la sfida di trasmettere uno stile, una postura con cui stare nel mondo – quella del giovane che si lascia interrogare da una realtà che è poliedrica.

Soprattutto virtualmente, infatti, oggi chiunque può prendere parola su qualsiasi tema o fatto di attualità, senza preoccuparsi troppo della verità, delle fonti, del tono e del linguaggio. Così, leggendo e analizzando il Manifesto della comunicazione non ostile abbiamo individuato il silenzio, l’ascolto e il prendere parola come atteggiamenti da fare propri in modo equilibrato, da esercitare con consapevolezza quotidianamente, a seconda delle situazioni che ci troviamo a vivere. Da qui, l’impegno intenso delle due équipe che hanno reso viva e sperimentabile un’idea altrimenti astratta: provocati su tre temi-tipo, libertà – sessualità – Chiesa, i partecipanti si sono messi in gioco scegliendo di volta in volta il modo in cui stare di fronte a un certo tema, con il vincolo di praticare

tutti e tre gli atteggiamenti (il silenzio, l’ascolto e il prendere parola) durante la serata. Di fondo, l’invito a uscire dalla propria zona di comfort, che per quanto rassicurante impedisce l’incontro. L’introduzione del BOT Telegram come princi- pale strumento di interazione, poi, è stata vincente perché ha permesso il coinvolgimento dei partecipanti attraverso video, canzoni, parole e gesti.

Il momento di preghiera conclusivo di ciascuna GiF, infine, ha segnato nella simbologia della luce e delle luci il passaggio dall’io al noi, da una domanda personale a una corale, che ci riguarda tutti e tutte come giovani cristiani in cammino: “Noi, giovani di AC e non solo, in cosa crediamo?”. La risposta arriverà dai vicariati nei prossimi mesi, dopo un percorso che li invita a ripercorrere lo stile delle GiF a partire dai temi che stanno loro a cuore. La risposta di ciascun vicariato sarà scritta su un pezzo di carta che, unito a tutti gli altri pezzi, porterà la voce dei giovani sul monte Summano il 18 settembre.

In un gennaio attraversato dai contagi, qualche preoccupazione c’è stata; con tutte le attenzioni del caso, siamo felici di aver raggiunto tanti e tante, in presenza e a distanza, e di averli incontrati col bisogno di raccontarsi e di entusiasmarsi, di essere parte attiva del mondo, della Chiesa e dell’associazione.

Miriam Castegnaro e Silvia Marin

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