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Oltre lo scontato e l’ovvio

Oltre lo scontato e l’ovvio

Facciamo nostro questo percorso anche per i tanti “conflitti” che viviamo nel nostro quotidiano.

La conversione del cuore implica la fatica del lasciarsi lavorare dal Signore che attraverso mille modi cerca di spingerci sulla via del ritorno a casa per incontrarci da fratelli. Potremo dire che Dio cerca costantemente di conquistare l’uomo, lo corteggia con il suo bene, lo sollecita nella sua libertà perché torni a fidarsi di Lui. Si fidarsi di Dio. Non è proprio una cosa semplice scontata e ovvia soprattutto in certi passaggi della vita e della storia.

Ester, nel brano presentato all’inizio ci rimanda proprio a questa necessità: la sua preghiera nella prova diventa l’occasione per ricordare e chiedere in un gesto di profonda fiducia che Dio intervenga ancora nella storia manifestando il suo amore liberante. E avendo la pazienza di leggere il seguito del racconto si vedrà come Dio smuove il cuore del re

perché cambi il suo proposito di morte in vita per il popolo. Ecco la bella storia a lieto fine penserà qualcuno, ecco la religione consolazione dei popoli oppressi qualche altro… consapevoli che a volte la vita sembra andare in direzione diversa! Sappiamo che il problema del male, soprattutto del male innocente, è una delle sfide più grandi che si pone alla fede e all’onnipotenza di Dio, eppure siamo consapevoli che percorrendo i testi della Scrittura siamo invitati anche noi a ricordare che c’è una storia di bene che pur incespicando, va avanti e di cui la Pasqua nel suo mistero di morte e di vita è l’evento centrale. Oltre l’ovvio che nel mondo vincono sempre i più forti e più furbi!

I gesti quaresimali iniziati con la cenere sul capo e l’invito alla conversione nelle parole che l’accompagnano, ci aiutano ad incarnare questo percorso: Parola e vita in un intreccio continuo dove anche il corpo è chiamato a partecipare all’esperienza della fede, a sentire la bellezza e la fatica del credere.

Il problema non sarà allora come vincere la nostra debolezza in uno sforzo volontaristico perché sarebbe come dire che non vogliamo essere umani, quanto piuttosto lasciare che lo Spirito ci trasformi un po’ alla volta, entri nei meandri del nostro cuore, dove avvengono le nostre scelte e vi versi il balsamo dell’amore che sana le ferite! Mi sembra che questo passaggio della preghiera eucaristica della Riconciliazione fra i popoli dica molto bene questa azione potente e continua di Dio.

“Riconosciamo il tuo amore di Padre quando pieghi la durezza dell’uomo, e in un mondo lacerato da lotte e discordie lo rendi disponibile alla riconciliazione.

Con la forza dello Spirito tu agisci nell’intimo dei cuori, perché i nemici si aprano al dialogo, gli avversari si stringano la mano e i popoli si incontrino nella concordia.

Per tuo dono, o Padre, la ricerca sincera della pace estingue le contese, l’amore vince l’odio e la vendetta è disarmata dal perdono”.

Facciamo nostro questo percorso anche per le tante situazioni di “guerra” che viviamo nel nostro quotidiano e che sono espressione di quel cuore ferito e angosciato che fa fatica a ricordare l’amore del Padre.

Don Andrea Peruffo

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