Nel mese di ottobre 2013 la commissione Vedove e persone sole di Azione Cattolica ha promosso due giornate di spiritualità e fraternità. Durante la mattina è stata offerta una meditazione sul testo di 1 Re 19, 1-18 dove si narra del profeta Elia e del suo vivere in casa di una vedova di Sarepta.
Con la vedova vive il figlio, orfano quindi. Elia è accolto dalla vedova che gli offre tutto ciò che ha e poi, in tempo di carestia, non avrà più nulla da mangiare. Elia abita al piano superiore, mangia con loro; la sua promessa che la farina e l’olio non mancheranno è comprovata dai fatti. Ma accade un dramma che scuote Elia e la vedova stessa. Il trauma della morte del ragazzo che manda all’aria la serenità e per cui la donna si ribella, perché si crede ingannata dall’uomo di Dio. Elia è costretto a misurarsi con l’assurdo della morte. Di fronte a tale fatto Elia prega. Elia ci insegna che è necessario imparare a pregare utilizzando tutti i mezzi che abbiamo a disposizione e dedicando alla preghiera tutto il tempo di cui possiamo disporre. Pregare per il profeta Elia è mettersi alla ricerca del volto del Signore; è desiderare di ascoltare la sua voce per comprendere la sua volontà.
Elia è il padre dei profeti, della generazione di coloro che cercano Dio, che cercano il suo Volto. Il suo Nome, “il Signore è il mio Dio”, annuncia il grido del popolo in risposta alla sua preghiera sul monte Carmelo (Cf 1Re 18,39).
Elia ci testimonia, poi, l’assoluta efficacia della preghiera fatta con fede. Tanti sono i miracoli e i segni che il Signore compie per la sua intercessione. L’esempio di Elia ci aiuta anche a capire come comportarci nei momenti di scoraggiamento, di fallimento.
Il cammino della vita è e sarà sempre pieno di difficoltà, prove, contrarietà, persecuzioni… a volte verrebbe voglia di lasciare tutto, di arrendersi… il Signore ci invita ad aver coraggio e continuare con fedeltà il nostro cammino.
Elia, aveva già vissuto lo scoraggiamento e il fallimento tanto che di fronte al peso della persecuzione cercava la morte. Ma il Signore gli offre un pane miracoloso che gli da la forza per continuare il cammino. Chiarissimo il riferimento all’Eucarestia nostro sostegno e nutrimento. Con la forza datagli da questo pane misterioso Elia, camminando per 40 giorni e 40 notti, giunge fino al monte Oreb, e qui il Signore finalmente gli parla nel silenzio attraverso un vento leggero. Elia ascolta la voce del Signore e riprende coraggio per portare a termine la sua missione.
Pregare è, dunque, accostarsi con fede all’Eucarestia, pane del cielo che Gesù ci offre come nostro sostegno. Partecipare devotamente alla S. Messa incontrando Gesù Parola e Gesù Persona che si fa nostro cibo e nutrimento. Partecipare alla Messa per prendere forza nel nostro cammino. Non separare mai la preghiera dalla vita.
Pregare è anche acquistare la capacità di ascoltare il Signore che parla attraverso il mormorio di un vento leggero. Fare silenzio dentro e fuori di noi. Mettersi realmente alla presenza del Signore; saper attendere il suo passaggio che non fa rumore. Saper riconoscere la voce di Dio che è diversa dalle voci del mondo. Saper accogliere questa voce dandogli piena adesione e orientando ad essa la nostra vita.
Infine, nelle prove e stanchezze della nostra vita, Dio è la nostra forza, e la preghiera è la via che abbiamo per incontrarlo, ma dobbiamo ricordare che per ascoltare la sua voce è indispensabile entrare in un clima di raccoglimento e di preghiera: il Signore, infatti, parla sempre, ma lo fa nel silenzio.
Sull’esempio di Elia e della vedova di Sarepta anche noi siamo invitati a confidare nel Signore specie nei momenti difficili e a non perdere mai la fiducia nel suo aiuto e nella sua protezione.
La vedova ha avuto un ruolo non indifferente nel profeta Elia e lo ha segnato e aiutato a crescere. La vedova non è una donna sepolta viva. “I poveri evangelizzano”. In tutto l’episodio è la vedova che “evangelizza” Elia, lo conduce fino ad essere davvero: “uomo di Dio e suo profeta”. Con la sua accoglienza e la sfida, con il suo dolore, con la sua paura urlata, la vedova lo provoca ad essere più umano, più compassionevole, più fragile. Elia grazie alla vedova diventa più uomo di Dio. Davvero i “poveri” ci evangelizzano.
don Ivano Maddalena