Azione Cattolica Vicentina
Cinquant’anni fa l’ACR muoveva i primi passi come nuova articolazione dell’Azione Cattolica! Passi un po’ incerti, come accade spesso per ogni nuova organizzazione, che via via si sono fatti più decisi fino a farle assumere una fisionomia precisa e pienamente riconoscibile, non solo all’interno della pastorale dei ragazzi ma anche nel variegato panorama ecclesiale postconciliare. “Andare all’ACR” (vai all’ACR?) o “essere dell’ACR” (“sei dell’ACR?”) sono diventate espressioni comuni nella parrocchia anche tra coloro che non conoscevano quell’acronimo, tanto da storpiarlo, omettendo quella “A” iniziale! L’Azione Cattolica si è sempre interessata della formazione dei bambini e dei ragazzi. Ma essi non avevano, all’interno della struttura, un ruolo proprio: rappresentavano un’appendice dell’Unione donne, della Gioventù maschile e della Gioventù femminile di AC, separatamente maschi e femmine. L’Azione Cattolica dei Ragazzi nacque nel 1969 con il nuovo Statuto dell’AC che prevedeva che i ragazzi dell’ACI si costituissero in un’articolazione distinta e ben caratterizzata, l’Azione Cattolica dei Ragazzi. Furono 5 gli articoli dello Statuto dedicati a definire l’ACR (nn. 34-38) ma uno soprattutto ne specifica la connotazione: “L’Azione Cattolica dei Ragazzi attua il suo compito formativo e missionario […] attraverso la vita di gruppo – per una più consapevole partecipazione alla comunità ecclesiale – caratterizzata da tre momenti tra loro complementari: catechesi, vita liturgica sacramentale, servizio di carità.” (art. 37) Il 19-21 marzo 1971 si svolse la prima Assemblea nazionale ACR che pose le fondamenta per la realizzazione di una proposta formativa articolata di obiettivi e metodo per i bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni, rispettando le differenze presenti nelle varie fasce di età (piccolissimi, 6-8 anni; 9-11; 12-14). Il presidente nazionale dell’AC Vittorio Bachelet intervenne ai lavori dell’assemblea indicando la novità dell’ACR come “una pagina di speranza non solo nella vita dell’AC ma nella vita della Chiesa”.
Gino Lunardi
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