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Farsi lievito nella vita delle comunità

Farsi lievito nella vita delle comunità

“Aiutaci ad avere uno sguardo verso il cielo e uno sguardo verso le persone”. Sto rileggendo i fogli con le intenzioni di preghiera, che i tanti pellegrini al Monte Summano hanno depositato nel “forziere”, poi portato all’offertorio nel corso della Santa Messa celebrata dal nostro Vescovo Beniamino. Ho ancora negli occhi lo spettacolo della conca, addobbata a festa con i nomi e volti di tanti “Santi della porta accanto”, le bandiere delle nostre associazioni parrocchiali, gli sguardi pieni di gioia e felicità di tanti amici e amiche incrociate in quella giornata benedetta di settembre. Il Signore davvero ci ha fatto un dono grande: sicuramente il tempo, splendido (pensare che la mattina precedente diluviava ed era comparsa in quota la prima neve …) cosi come l’impegno e la disponibilità di tanti che dai compiti più umili fino ai ruoli di maggiore responsabilità non si sono certo risparmiati, per questa festa-pellegrinaggio che resterà nella storia della nostra associazione. Ora però tocca a noi non relegarla “solo” nella storia, ma renderla concreta, quotidiana, ordinaria.

Dal Summano giunge forte infatti ad ogni socio (anche tu che stai leggendo queste righe) l’invito ad “Andare”, ma con un verbo al plurale: “Andate”. Non quindi un’azione solitaria, individualistica dell’annuncio del Vangelo, ma corale, in comunità e nella comunità. Non una visione parziale o settoriale del proprio impegno (civile, sociale, religioso) ma un prodigarsi aperto a tutti e per tutti, secondo il tratto caratteristico e proprio del Dna associativo. Siamo stati invitati a scendere dal monte (anche se

era tanto bello stare lassù…) per fare davvero nostra la dinamica del lievito che si impasta, “si perde” nella quotidianità della vita parrocchiale, delle unità pastorali, dei vicariati, della diocesi … ma con la speranza certa che questo pugno di lievito è capace di fermentare e diventare vera sorgente di vita.

Ce lo ha ripetuto e insegnato in questi anni il nostro Vescovo Beniamino, che salutiamo con tanto affetto all’indomani della conclu- sione del suo servizio episcopale in terra vicentina. In questo tempo del suo servizio nella nostra chiesa diocesana ci è sempre stato vicino, ci ha voluto bene, e anche noi

gli abbiamo voluto bene. Abbiamo condiviso con lui momenti belli e tratti di strada fati- cosi, fatto scelte impegnative e coraggiose (l’ultima in ordine di tempo con il cambio di gestione dell’Hotel Santa Maria ad Nives) ma sempre ci siamo sentiti accompagnati. Per questo la nostra gratitudine è doverosa e affettuosa. Attendiamo invece con gioia e felicità il Vescovo Giuliano, che potremo “accogliere” insieme con tutti i responsabili domenica 5 febbraio, nel corso dell’Assemblea diocesana. Ad entrambi, assicuriamo la nostra preghiera, fedeltà, affetto.

Infine, permettetemi un pensiero di simpatia e vicinanza ai tanti animatori ed educatori ACR, Giovanissimi, Giovani e Adulti che in queste settimane – pur tra le difficoltà del post-pandemia – stanno riprendendo le attività di gruppo. Con la speranza di averci lasciato alle spalle il peggio, ora è il momento, insieme e uniti, di riprendere il cammino, se necessario anche con tempi e modalità nuove. La stessa adesione all’Azione Cattolica, che tra qualche giorno rinnoviamo con il segno prezioso del tesseramento, richiede probabilmente uno sforzo in più per essere colta nel suo significato profondo e autentico: non un atto burocratico, ma un gesto d’amore condiviso con tanti e a favore di tanti. Affinché possa davvero realizzarsi quanto un amico ha scritto su uno dei fogli depositati nel “forziere” ai piedi della Croce del Monte Summano: “Oggi, come nel 1983, amici, fratelli, pellegrini per e con l’Azione Cattolica, ma soprattutto e prima di tutto per Cristo!”.

Dino Caliaro

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