Un sabato “oltre i confini”

Un sabato “oltre i confini”

Lo scorso sabato 14 giugno gli adulti di AC hanno sfidato il caldo eccezionale di questo giugno ’25 per aggiungere un altro tassello all’esperienza della GA dello scorso 23 marzo – Speranza Sconfinata. Storie di partenze e ripartenze. In una cinquantina sono andati sul confine tra Gorizia e Nova Gorica, capitali europee della cultura 2025, per conoscere l’esperienza di questa terra che ha vissuto l’irragionevole divisione a tavolino di un territorio di frontiera tra italiani e sloveni, due popoli profondamente segnati dalle dolorose vicissitudini della 2° guerra mondiale. Ma ricominciare è possibile: ne è un esempio concreto il lavoro di Concordia et Pax, associazione di italiani e sloveni nata nel 2000, che cerca di ricucire le maglie della pacificazione attraverso la faticosa salita del fare verità e del perdonare, con un paziente dialogo tra le parti perché, come ci ha raccontato Franco Miccoli, “a Gorizia una cosa si impara: a tacere e ad ascoltare!

Un sabato “oltre i confini”
Un sabato “oltre i confini”

Il confine italo – sloveno tracciato nel 1947 durante i trattati di pace, la cosiddetta Linea bianca, è stato un esempio dell’assurda spartizione dei territori decisa a tavolino: un confine che ha diviso la città di cui resta traccia nel pavimento di piazza della Transalpina, ma anche proprietà private, edifici, cimiteri, generando situazioni al limite dell’inverosimile come si vede nella foto simbolo della mucca che si ferma sopra alla linea bianca che ha decretato la separazione della sua stalla dal suo fienile.

Fa una strana impressione oggi pensare a quei tempi mentre si passeggia in libertà tra le vie varcando continuamente la linea geografica che separa Italia e Slovenia, incontrando persone che parlano italiano e sloveno.

Ac vicenza

Il significato della parola confine nel tempo è cambiato. Lo scrittore Marco Balzano ci suggerisce in queste righe il senso di questo cambiamento: “Chiamiamo così quella linea che divide due territori o che separa due proprietà. È naturale quando è segnato, per esempio, da un fiume o da una montagna, mentre è politico quando è l’uomo a tracciarlo. Eppure il confine non è solo un limes, un cippo, o un muro che circoscrive e separa, ma è anche, come vuole l’etimologia della parola, un luogo dove si finisce insieme (cum e finis), dunque una soglia che rappresenta una possibilità di incontro. Starà a noi decidere se oltrepassarla o arrestarci, se erigere un muro o lasciare libero il passaggio. I Greci più di tutti ci hanno insegnato che il confine è anche il limite della nostra natura, del tempo che ci è dato a disposizione: è entro questo limite che va vissuta l’esperienza umana.”

La storia degli ultimi ottanta anni di Gorizia e Nova Gorica rappresenta l’evoluzione di un confine che da limite e contrapposizione è diventato una soglia, dove la possibilità dell’incontro e della conoscenza ha aperto all’opportunità della convivenza pacifica tra popoli.

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