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25 aprile: il coraggio di una scelta

25 aprile: il coraggio di una scelta

La ricorrenza del 25 aprile, festa della liberazione, inizio della nuova vita democratica dell’Italia, cade in un momento politicamente molto incerto del nostro Paese. Ma siamo anche nell’anno dei 150 anni dell’Azione cattolica, chiamati a fare memoria di quanti ci hanno preceduto per renderci conto di essere parte di un popolo in cammino e vivere oggi all’altezza di tante persone che si sono spese per il bene dell’associazione e del Paese.

Non possiamo, perciò, non ricordare quanti dei nostri soci, soprattutto giovani, ebbero, in momenti ben più drammatici e difficili di quelli odierni, il coraggio di una scelta. Seppero guardare nella propria coscienza e decisero di lottare per la libertà e la democrazia.

È doveroso ricordare almeno quelli che, formatisi nelle file dell’Azione cattolica e della FUCI vicentine, diedero la vita per la libertà:

  • Giacomo Prandina, di San Pietro in Gù, morto a Dachau;
  • Franco Fraccon, della GIAC e della FUCI vicentina, arrestato con tutta la famiglia e morto nel campo di concentramento di Mauthausen insieme con il padre;
  • Riccardo Boschiero, di Vicenza, fucilato dai tedeschi in provincia di Cuneo;
  • il suo amico fraterno, Guido Revoloni, sfollato a Cavazzale, attivo con la sorella Lina, morto il 27 maggio 1945 mentre era impegnato a far brillare le bombe perché i contadini potessero tornare al lavoro dei campi senza rischi;
  • Romeo Cortiana, di Castelgomberto, massacrato nell’agosto del 1944 a Malga Zonta;
  • Giuliano Ziggiotti, membro della giunta diocesana degli uomini di Azione cattolica, ucciso dai tedeschi il 28 aprile del 1945.

E insieme a loro ricordiamo le giovani donne che in vari modi li affiancarono o che finirono in carcere, come Linda Zini e Graziella Fraccon, e i molti sacerdoti assistenti che li formarono, li accompagnarono, li ospitarono, li sostennero con la testimonianza: Mons. Arena e Bortolo Gasparotto, Mons. Barbieri, Mons. Castegnaro, don Mario Bolfe, don Regretti, don Mantiero, don Antonio Frigo, don Borsato, don Giuseppe Carraro e mons. Cielo, già vicepresidente GIAC, che, dopo aver condiviso l’esperienza del campo di concentramento con Giuseppe Lazzati, da quell’incontro maturò la sua vocazione sacerdotale.

Caterina Pozzato, presidente AC Vicenza

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