Home / News / Ac vicentina e santità popolare: Momi Bevilacqua

Ac vicentina e santità popolare: Momi Bevilacqua

Ac vicentina e santità popolare: Momi Bevilacqua

* Secondo incontro nel nostro percorso sulle tracce dei testimoni di santità legati all’Azione Cattolica vicentina.

 

Momi Bevilaqua: un Santo di casa nostra

Riassumere, in poche righe, i tratti essenziali delle scelte e dello stile di vita di Momi, è un’impresa quasi impossibile, non solo perché ha vissuto 89 anni (1926-2015) sempre molto attivi, ma soprattutto perché gli ambiti del suo impegno di uomo e di cristiano si sono declinati, con la stessa intensità e qualità, in ogni settore dalla vita: dalla famiglia, al lavoro, alla Chiesa, alla società.

Per capire, raccogliere e trasmettere la sua straordinaria e singolare testimonianza di santità laicale bisogna incontrare Momi in tutti questi settori, in ciascuno dei quali ha saputo essere una pagina di Vangelo testimoniata con uguale, rigorosa coerenza ,ma senza alcuna ostentazione o intransigenza.

Certo Momi è stato un gigante per la qualità, varietà e intensità del suo impegno nella vita della Chiesa e dell’Azione Cattolica ma ciò che lo rende un esempio di santità più luminoso, attraente, singolare e attuale è il ritrovarlo, dovunque e sempre, essenzialmente lo stesso cristiano, senza altri aggettivi…

L’amore e l’appartenenza all’ACI (soprattutto nella valle di Chiampo ma sempre in pieno collegamento con la dimensione diocesane e nazionale) è stato il filo conduttore di tutta la sua vita, anche se il servizio all’associazione è stato più intenso e diretto in alcuni tempi e stagioni diverse, che sarà bello conoscere nei particolari, quando potremo leggere i numerosi appunti che aveva raccolto in vista di scrivere una storia dell’Azione Cattolica nella valle del Chiampo. La formazione e lo stile dell’ACI hanno costituito il modello per il suo modo di essere e di vivere il servizio nella Chiesa.

La formazione fu robusta, ancorata a quel grandissimo assistente diocesano dei giovani (la GIAC) che è stato don Domenico Passuello . Proprio don Domenico lo chiamò nel Cenacolo Diocesano (un seminario per le vocazioni laicali che io non avevo direttamente conosciuto ma al quale ci ispiravamo quando a metà degli anni 70 avviammo la Scuola di Formazione Associativa SFA) e lo introdusse a quella forma di apostolato laicale, totalmente donato e orientato , che si concretizzerà, poi, dopo l’incontro col prof. Lazzati nel 1953, con la forma di consacrazione secolare laicale, attraverso i voti, nel 1957 .

Proprio la scuola di Lazzati, che anticipa una spiritualità e una stile ecclesiale, che poi sarà il Concilio ad aprire e proporre per tutti, detterà lo stile di totale fedeltà, ma di “obbedienza in piedi “che orienterà il modo e le scelte di servizio anche nella Chiesa, che hanno segnato tutta la sua vita.
Ci sono tanti aspetti che sarebbe interessante conoscere ed approfondire e che evidenziano una dimensione profetica nelle scelte di servizio ecclesiale e civile di Momi.

Nel servizio ecclesiale , oltre all’ACI che ha accompagnato tutta la sua vita, bisogna ricordare il servizio missionario nel CEIAL (il Centro per l’America Latina) di cui fu tra i fondatori, animatore e responsabile in diocesi; il gruppo di animatori di spiritualità di Villa San Carlo; animatore, coordinatore e presidente del Gruppo Istituti Secolari (il GIS); il suo interesse e impegno ecumenico attraverso il SAE (Segretariato Attività Ecumeniche) anche organizzando viaggi a Taizè; e poi l’Obolo di San Pietro, i Fioretti di Maggio, la Filodrammatica, ma, soprattutto quella silenziosa, quotidiana attenzione ai poveri, ai malati, agli emarginati che ha orientato tutta la linea di priorità nel suo servizio civile.

Chiampo ricorda il servizio sociale di Momi soprattutto nell’attività per la Casa di Riposo che ha seguito con una dedizione e passione totale. E, tra le altre iniziative, la promozione dell’Associazione Alcolisti in Trattamento , di cui è impossibile dimenticare la gratitudine espressa da alcuni al momento della sepoltura il 5 settembre 2015 . Usando una espressione del cardinale Loris Capovilla, quando parlava di Papa Giovanni e del Concilio, vorrei dire che, per conoscere, capire e valorizzare la testimonianza di santità laicale di Momi, SIAMO ANCORA ALL’AURORA: CHIAMPO in particolare, ma tutta l’ACI Vicentina sono eredi di una storia di santità da raccogliere e trasmettere.

Fernando Cerchiaro

Scroll To Top