Home / Adulti / Un tempo da abitare

Un tempo da abitare

Un tempo da abitare

 

Carissimi amici,

abbiamo negli occhi e nel cuore l’immagine potente di papa Francesco, pellegrino solitario, che attraversa con passo malfermo  Piazza San Pietro, deserta, sotto la pioggia battente, si china a baciare il crocifisso e implora per noi e con noi che il Signore plachi la tempesta.

Pensavamo di vivere sani in un mondo malato

Ma un imprevisto, invisibile e globale, è venuto a turbare le nostre vite, a sconvolgere i nostri piani.

Ed è questo tempo imprevisto che siamo chiamati ad abitare, in queste strade e piazze deserte ci sta capitando di sperimentare  il deserto della Quaresima e in questa situazione precaria ci prepariamo a vivere in modo inedito la Settimana Santa e l’attesa della Resurrezione.

Vi raggiungiamo con questo scritto per esprimere la vicinanza della Presidenza in un frangente per tutti più faticoso, soprattutto per chi deve fare i conti con situazioni familiari impegnative o per chi è impegnato nella cura dei malati, e per alcuni particolarmente doloroso.

Vorremmo affidarci insieme a voi al Signore, il Crocifisso Risorto, e a Lui affidare quanti si impegnano per curare i malati e portare conforto.

Insieme vorremmo anche porgervi un augurio di Santa Pasqua.

Il Papa ci invita  a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta. Scegliere che cosa conta e che cosa passa, che cosa è necessario e che cosa non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta verso il Signore.

Può e deve essere  l’occasione per vivere in modo nuovo anche le relazioni associative, per sperimentare nuovi modi per restare in “contatto”, con l’augurio che al primo posto delle nostre attenzioni ci siano soprattutto i più fragili, i più anziani, quelli che sono rimasti soli, ai quali non possiamo far mancare una telefonata.

Può e deve essere il tempo per imparare a celebrare nelle case, stretti attorno alla Parola, come ci suggerisce il vescovo Beniamino nella sua lettera ricordandoci che anche il popolo d’Israele in esilio, privato del tempio, non si è perso d’animo e ha affidato ai genitori la celebrazione della Pasqua

Non perdiamoci d’animo, quindi, e coltiviamo e rinnoviamo con coraggio e con fede legami fraterni.

Ci facciamo accompagnare dalle parole del Papa in piazza San Pietro:

Non siamo autosufficienti, da soli affondiamo: abbiamo bisogno del Signore come gli antichi naviganti delle stelle. Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite. Consegniamogli le nostre paure, perché Lui le vinca. Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai. Il Signore ci interpella e, in mezzo alla nostra tempesta, ci invita a risvegliare e attivare la solidarietà e la speranza capaci di dare solidità, sostegno e significato a queste ore in cui tutto sembra naufragare. Il Signore si risveglia per risvegliare e ravvivare la nostra fede pasquale. Abbiamo un’ancora: nella sua croce siamo stati salvati. Abbiamo un timone: nella sua croce siamo stati riscattati. Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore. In mezzo all’isolamento nel quale stiamo patendo la mancanza degli affetti e degli incontri, sperimentando la mancanza di tante cose, ascoltiamo ancora una volta l’annuncio che ci salva: è risorto e vive accanto a noi.

 

Un grande abbraccio virtuale 

Caterina, don Andrea, Stefano

Petra, Marco, don Christian

Giulia, Davide, don Lorenzo

Gina e Umberto

Scroll To Top