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Perché aderire all’Ac in tempo di covid?

Perché aderire all’Ac in tempo di covid?

Essere soci significa condividere anche i bisogni materiali della nostra comunità associativa.

 

Adesione o Tesseramento? Tesserarsi o Aderire? Ogni anno durante il periodo tradizionalmente dedicato alle adesioni alla nostra associazione inizia questa disputa semantica in cui, forse, non è in gioco solo la scelta tra due parole alternative per dire la stessa cosa ma il senso di appartenenza all’associazione: forse nella differenza sostanziale che c’è tra questi due termini c’è anche la vera ragione per cui siamo chiamati ad Aderire anno dopo anno all’Azione Cattolica.

Proviamo a fare una piccola ricerca sul vocabolario Treccani: “Aderire, dal lat. adhaerere, «essere attaccato» può significare infatti: unirsi a una cosa combaciando con essa oppure seguire, accettare facendo proprio, entrare a far parte di qualcosa.”

In sostanza, mentre il tesseramento rappresenterebbe semplicemente la distribuzione di una tessera che può essere quella di una squadra di calcio, di un circolo o del nostro supermercato di fiducia, l’adesione all’Ac significa scegliere di unirsi e di entrare a far parte di un gruppo di amici che vive da laici la propria chiamata alla santità, partecipando attivamente alla vita dell’associazione quale piena esperienza di Chiesa.

A noi aderenti di Azione Cattolica viene chiesto di scegliere in piena libertà di accettare facendo nostro un progetto comune di servizio alla Chiesa e ai fratelli: siamo chiamati a prendere una posizione, a dire Si o No; e allora in questo tempo così fragile e instabile, in cui crollano tante certezze e a volte regna la paura ha ancora senso aderire alla nostra associazione? In un tempo in cui le occasioni di incontro e di vita associativa sono spesso limitate e impossibili da vivere in serenità, ha ancora senso spendersi attivamente per le vite delle nostre comunità ecclesiali?

La risposta che molti di noi daranno anche quest’anno sarà un SI. Sì perché proprio nei momenti in cui tutto sembra crollare siamo chiamati a tenere viva la fiamma più calda delle nostre vite; Sì, perché proprio quando ci sembra che non possiamo più fare niente siamo chiamati a ritornare all’essenziale, e forse più che mai quest’anno in cui ci è chiesto di restare il più possibile nelle nostre case, la scelta più giusta è proprio di restare anche nella nostra casa associativa per essere lì dove abbiamo sempre camminato come singoli, come gruppo e come comunità.

Viviamo un tempo di cambiamento non facile ed è proprio per questo che l’adesione a quest’anno associativo non può che essere diversa dal solito anche nelle modalità di proposta ai nostri soci e a tutti coloro i quali frequentano le nostre attività e a cui la nostra famiglia piace.

Con l’adesione all’associazione noi aderenti assumiamo la posizione di Soci all’interno dell’Azione Cattolica; essere soci significa infatti condividere anche i bisogni materiali della nostra comunità associativa e attraverso l’unione riuscire così a far fronte a tutte le necessità pratiche che le nostre attività inevitabilmente richiedono. L’adesione non è infatti solo una scelta idealistica perché per permettere alla nostra associazione di vivere ed essere ricca di esperienze, proposte e contenuti ognuno dei soci è chiamato a contribuire alle spese comuni attraverso una quota variabile in funzione dell’età e progressiva sulla base del numero di partecipanti dello stesso nucleo famigliare. Di quanto ciascuno di noi contribuisce con la propria quota* circa il 60% delle viene destinato alla famiglia nazionale, mentre il 40% rimane all’associazione diocesana. Si pensi che le entrate delle adesioni della nostra associazione diocesana (che sono in costante diminuzione negli ultimi anni) bastano a malapena a coprire i costi delle attività comuni a tutti i settori associativi e alle spese generali della nostra preziosa segreteria.

 Tutti gli altri costi che le attività dell’Ac di Vicenza comportano vengono virtuosamente coperti attraverso un ulteriore concorso alle spese da parte dei nostri soci e dagli introiti delle attività delle nostre case. Per quanto riguarda le risorse che destiniamo all’associazione nazionale, si pensi che circa l’80% di quanto l’Ac nazionale riceve dalle nostre quote serve a coprire ai costi generali di struttura che l’esistenza stessa dell’associazione comportano; basti pensare che l’Ac nazionale occupa circa 35 dipendenti, con conseguenti costi per le retribuzioni e di gestione delle sedi nazionali.

Il restante 20% di quanto destiniamo alla famiglia nazionale viene poi redistribuito ai soci di tutta Italia attraverso i contributi stampa, la formazione, le iniziative nazionali e i progetti caritativi e formativi. Si stima che alle attività della nostra associazione partecipino circa 1.000.000 di persone in tutta Italia, ma di queste solo meno di 300.000 sono aderenti all’associazione: ciò significa che l’Ac non rivolge i propri sforzi educativi e pastorali solo ai propri aderenti ma a tutto il popolo di Dio e la società civile con un atteggiamento qui di grande generosità alla Chiesa e al Paese. Siamo convinti che questa nostra generosità faccia ben comprendere l’importanza dell’adesione alla nostra associazione, specialmente quest’anno che ha messo a dura prova la tenuta sociale e di fede delle nostre comunità: aderire all’AC, in fondo, è una scelta d’Amore!

Giacomo Faedo e Giulia Agostini

(membri Comitato Affari Economici)

 

* i dati riportati in questo articolo sono tratti dal bilancio dell’Azione Cattolica Vicentina e dal bilancio di sostenibilità dell’Azione Cattolica Italiana, entrambi relativi all’esercizio sociale 2019.

 

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