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Che emozione l’assemblea!!!

Che emozione l’assemblea!!!

TESTIMONIANZA – Per me tutto era nuovo, ma allo stesso tempo entusiasmante e stimolante

 

Mai avrei pensato di poter provare così tante emozioni, a partire da quel 22 settembre 2020, giorno in cui sono stata nominata segretaria diocesana dell’Azione Cattolica, a questi giorni

appena trascorsi, in cui ho avuto l’onore di partecipare alla XVII Assemblea Nazionale dell’Azione Cattolica in veste di delegata. Non sapevo cosa significasse prender parte a una assemblea nazionale. Sì, ne avevo sentito parlare da tanti amici entusiasti dell’esperienza vissuta, che raccontavano la bellezza dell’incontro e della condivisione fraterna con persone provenienti da tutta Italia, della fatica delle ore piccole per portare a termine le votazioni del documento assembleare, delle indimenticabili pause caffè al bar della Domus Mariae…

Ma quest’anno non è stato possibile viverla in presenza, a Roma, tutto si è svolto on-line, a distanza, ciascuno seduto comodamente a casa propria; eravamo più di settecento delegati tutti connessi davanti ad uno schermo. Le paure non sono mancate, vuoi per l’inesperienza, vuoi perché mi sarei trovata comunque da sola davanti ad un video, vuoi perché la tecnologia informatica non è il mio forte; per me tutto era nuovo, ma allo stesso tempo entusiasmante e stimolante.

Mi sentivo addosso un enorme responsabilità verso l’Azione Cattolica per l’impegno assunto, assieme agli altri sei delegati in rappresentanza della diocesi di Vicenza.

Tutte quelle incertezze e paure sono improvvisamente svanite quando domenica 25 aprile mi sono collegata all’assemblea e davanti a me sono comparsi piano piano tantissimi visi nuovi, sorridenti, di persone che non conoscevo, ma che erano lì per condividere un percorso importante, per tracciare la direzione del nuovo triennio associativo. Siamo stati splendidamente accolti e accompagnati durante tutti i lavori da organizzatori fantastici, invisibili ai nostri occhi – quella regia che spesso veniva nominata – che non ci hanno mai fatto sentire “fuori posto”, anche se sbagliavamo a cliccare un tasto della “scrivania del delegato”.

I lavori, suddivisi in stanze per discutere e presentare modifiche al documento assembleare, ci

hanno impegnato in prima persona. Momenti intensi di confronto, di dialogo e di condivisione sempre con toni miti e propositivi, che hanno prodotto un numero interessante di emendamenti, la cui votazione ci ha tenuti incollati al video per parecchie ore.

Momenti faticosi sicuramente, ma in cui sono riuscita a gustare l’essenza della democraticità della nostra associazione.

Tanti sono i visi, le parole, le immagini, i racconti che mi porto nel cuore da questa assemblea. 

Con stupore ho ascoltato i saluti del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i messaggi di speranza e di incoraggiamento del cardinale Farell e del cardinale Bassetti e, dall’Argentina, del coordinatore del Forum Internazionale di AC Rafael Corso. Quante persone vogliono bene all’ AC!

Indimenticabili i momenti serali di preghiera; le parole di Monsignor Sigismondi che hanno fatto breccia nei nostri cuori: “Il profeta, uomo dell’attesa, scorge e indica i passi di Dio nella storia, a cui la grazia non è allergica. Egli, uomo della concretezza, ha la pazienza del contadino, che aspetta il prezioso frutto della terra e la perseveranza della sentinella, testimone della luce ancora mescolata con le tenebre, del germe di bene sepolto nelle macerie, del mandorlo che fiorisce in un paesaggio invernale”.

La tenerezza e la fermezza del messaggio di Papa Francesco, che ci vuole bene e per il nostro bene ci guida e ci rimprovera dolcemente, come un papà con i propri figli: “umiltà e mitezza sono le chiavi per vivere il servizio, non per occupare spazi, ma per avviare processi”.

E quei fogli che scorrevano tra le mani di Matteo Truffelli, che ci invita a non aver paura: “Non temere AC!”. Una relazione densa e profonda, un tesoro prezioso da fare nostro e mettere in pratica nella nostra missione di laici che abitano la storia con gli occhi della fede.

La voce roca del nostro presidente Matteo e gli occhi lucidi di tutti noi inchiodati a quel video, che facevamo nostra ogni sua parola, ogni suo sguardo nel momento dei saluti finali. Parole dense di passione, di umanità, di speranza, di incoraggiamento, tutti stretti in un abbraccio fraterno di gratitudine per quanto donato all’AC in questi sette anni. Ho respirato un’AC a 360 gradi, in tutte le sue dimensioni!

“Ho un popolo numeroso in questa città” recitava il titolo dell’assemblea ed io mi son sentita proprio parte di questo popolo, pronta a camminare insieme per prenderci a cuore le sfide che il tempo di oggi e del domani ci porrà davanti.

Ilaria Crocco
Segretaria diocesana

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