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Ac e santità popolare: Carlo Carretto

Ac e santità popolare: Carlo Carretto

* Quinto incontro nel nostro percorso sulle tracce dei testimoni di santità legati all’Azione Cattolica. Per la spiegazione del progetto e le “puntate precedenti”, clicca QUI.

Carlo Carretto (1910-1988)

Trent’anni fa Carlo Carretto ha chiuso la sua vita terrena all’eremo di San Girolamo a Spello, dove è sepolto. Era la sera del 4 ottobre, festa di San Francesco, il santo al quale ha dedicato un libro appassionato, Io Francesco.
Nato il 2 aprile del 1910 “per caso” ad Alessandria (lì era approdata per lavoro la sua famiglia contadina originaria delle Langhe), Carretto ha vissuto in modo ugualmente intenso tre esperienze di vita autentica: quella dell’apostolato nell’Azione cattolica, dagli anni Trenta agli anni Cinquanta, la grande avventura, come la chiamò lui, donandosi anima e corpo all’educazione dei giovani; quella del deserto, degli anni Sessanta, tutta dedicata alla riscoperta della Parola, quando si fece Piccolo fratello di Charles de Foucauld, e, dagli anni Settanta alla morte, quella di Spello.
È stato uomo d’azione e maestro di contemplazione, schivo e insieme trascinatore di folle, uomo del deserto e dell’impegno nella città, straordinario animatore dei giovani e infaticabile cercatore di Dio, oratore affascinante e, dote rara, grande scrittore, letto e tradotto in tutto il mondo, dotato di quella felicità ed efficacia espressiva che viene dal profondo e che ritroviamo oggi nella parola di papa Francesco.

L’esperienza associativa per Carlo inizia nel 1932, l’anno della laurea, quando aderisce alla GIAC torinese, nell’associazione “Piergiorgio Frassati”. Nel ‘40 vince il concorso come direttore didattico, ma per le sue posizioni antifasciste viene mandato al confino. Caduto il fascismo, è chiamato a tenere le fila della Azione cattolica del Nord e, poi, nel ‘46 diventa presidente centrale della GIAC. È un vero trascinatore. Memorabile l’adunata dei trecentomila “baschi verdi” in Piazza San Pietro per gli ottant’anni dell’Azione cattolica. Non c’era allora il peccato di trionfalismo, dirà più tardi. “Eravamo felici come bambini, contenti di essere in tanti e di dire grazie a Dio”.

Ma nel 1952 esplodono in azione cattolica i contrasti che covano da tempo riguardo ai rapporti con la politica. Trovandosi in disaccordo con la linea del presidente Gedda, del quale era stato fino ad allora grande amico e convinto sostenitore, Carlo si dimette.
L’8 dicembre 1954 Carlo parte per il Sahara algerino, tra i Piccoli Fratelli. Conduce per dieci anni vita eremitica nel deserto, un’esperienza che racconterà in quello che diventerà un best seller, Lettere dal deserto. Tornato in Italia, fonda a Spello, nel Convento di san Girolamo, la Fraternità dei Piccoli Fratelli del Vangelo. La loro casa è da subito luogo di preghiera aperta all’accoglienza di giovani e adulti, lavoratori e politici, credenti e non credenti, preti, soci antichi e nuovi dell’AC, tutti desiderosi di ascolto, di consiglio di confronto. Lì si respira una significativa esperienza di Chiesa, la Chiesa domestica del dialogo e della tenerezza. Da lì Carlo segue le vicende della Chiesa del Concilio e quelle della sua Azione Cattolica, esponendosi anche, in un momento difficile, con coraggio in prima persona in suo favore in una lettera aperta al papa.

Del resto, partecipando ad una assemblea nazionale della rinnovata associazione esclama: “Amici, dichiaro pubblicamente che se dovessi ricominciare da capo, ricomincerei dall’AC perché è lì che ho imparato a pregare, ad essere cristiano”.
Lo ricordiamo con queste sue semplici parole che ci aiutano a dire l’essenza della nostra associazione: “Per me la piccola Chiesa che mi aiutò a capire la grande Chiesa, e a restare in essa, fu la Gioventù di Azione Cattolica, la GIAC come si diceva allora. Mi prese per mano, camminò con me, mi nutrì della Parola, mi diede l’amicizia, mi insegnò a lottare, mi fece conoscere il Cristo, mi inserì vivente in una realtà vivente. Posso dire, e mi sembra di essere nel giusto, che come la famiglia era stata la sorgente, così la piccola comunità di Gioventù fu l’alveo del fiume in cui imparai a nuotare” (da Ho cercato e ho trovato).

Caterina Pozzato

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In occasione dei trent’anni dalla morte di Carlo Carretto, segnaliamo l’incontro che si terrà mercoledì 10 ottobre 2018 presso la struttura dei Missionari Saveriani a Vicenza (Viale Trento 119), con un momento di adorazione eucaristica silenziosa e una conferenza alle 20.15: “Una voce del laicato, una voce dal deserto”.

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