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AC e santità popolare: Armida Barelli

AC e santità popolare: Armida Barelli

* Quinto incontro nel nostro percorso sulle tracce dei testimoni di santità legati all’Azione Cattolica. Per la spiegazione del progetto e le “puntate precedenti”, clicca QUI.

Venerabile ARMIDA BARELLI (1882-1952)

Armida Barelli: la “donna tra due secoli”, intendendo con questo una donna che ha vissuto sul campo, in prima persona e da protagonista, la transizione che il mondo femminile ha avuto nel passare da una società che lo emarginava, ad una che poi si è aperta al cosiddetto “genio femminile”.

Nasce a Milano nel 1882 da genitori dell’alta borghesia: Napoleone e Savina Candiani. In casa riceve un’educazione laica. I valori religiosi li scoprirà da sé frequentando prima le Orsoline a Milano e poi un collegio svizzero a Menzingen, gestito dalle suore Francescane di S. Croce. È in quel periodo che conosce la spiritualità francescana e nasce la sua vocazione religiosa, che declina in modo del tutto originale, rivelandosi anche in ciò un precursore. La svolta avviene nel 1910 quando conosce il francescano padre Agostino Gemelli e si lascia guidare da lui verso un apostolato attivo. Armida diventa così Terziaria Francescana.

Gemelli intuisce in lei innate doti di organizzatrice e fondatrice per cui la sostiene, alimentandone la profonda fede, che la porterà sulla strada della santità. Il 17 febbraio del 1918 riceve dall’arcivescovo di Milano, cardinale Andrea Carlo Ferrari, l’incarico di iniziare l’associazione della “Gioventù Femminile d’Azione Cattolica” analoga a quella maschile già esistente, diventandone la prima Presidente. Il 28 settembre 1918 papa Benedetto XV, la nomina Presidente Nazionale della Gioventù Femminile di Azione Cattolica; carica che ricoprì ininterrottamente fino al 1946. In questi anni incontra milioni di giovani proponendo loro gli ambiti traguardi di “essere per agire”, “istruirsi per istruire”, “santificarsi per santificare”.

Straordinaria anche la sua azione in campo culturale e politico, a cominciare dalla battaglia per il voto femminile. Dietro e dentro a tutto questo fervore e impegno l’anima di mistica di Armida si sta affinando e perfezionando in una sempre più stretta unione con Dio e in una sempre maggior ansia missionaria.
Il 19 novembre 1919 insieme con padre Gemelli, istituisce un ‘pio sodalizio’ di laiche consacrate, che diverrà nel 1948 “Istituto Secolare delle Missionarie della Regalità di Cristo che anticipa di 30 anni la “Provvida Mater” di Pio XII ; nel novembre 1921 su esplicita richiesta di papa Benedetto XV, istituisce la “Società degli Amici dell’Università Cattolica”.
Dal 1927 al 1929, fonda con padre Gemelli l’ “Opera della Regalità”, Istituto religioso secolare impegnato nella promozione della cultura religiosa e del movimento liturgico.
Come per tutte le anime amabili e sante, specie se superattive, anche per Armida Barelli sorgono difficoltà ed incomprensioni, diffidenze e sospetti sia da parte della famiglia che dell’opinione pubblica, ma anche dagli stessi ambienti cattolici.

Nel 1949, a 67 anni, compaiono i primi sintomi della “paralisi bulbare”, un male inguaribile e progressivo. L’8 gennaio 1952 la malattia le toglie anche la voce. Laica nel mondo e per il mondo, mistica del quotidiano, solo e sempre “sorella maggiore” secondo lo spirito francescano di cui è imbevuta, si spegne il 15 agosto 1952. La sua causa di beatificazione, avviata nel 1970, è approdata il 1° giugno 2007 al riconoscimento delle sue virtù eroiche e alla dichiarazione di venerabilità.

Sergio Merlo

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